La pucchiacchella è anche conosciuta in tutta Europa ed è chiamata in modo diverso da regione a regione. C’è chi ad esempio la chiama erba dei frati per l’antica leggenda che vuole i frati, passando casa per casa per chiedere l’elemosina, regalare alle massaie questa deliziosa erba raccolta nei campi vicino ai conventi. La denominazione di questa erba cambia di molto anche da regione a regione: in italiano come porcellana, procaccia, purselana (Liguria), erba grassa (Lombardia), barzellana (Sardegna), purcacchia o purcacc (Lazio), porcacchia (Marche), precacchia (Abruzzo), porcacchia o perchiacca (Basilicata), pucchiacchèlla, purchiacchèlla, chiaccunella (Campania) o picchiacchella (in alcune zone del Sannio viene chiamata, eufemisticamente, erba vasciulella per evitare il diretto riferimento dialettale alla pucchiacca, l'organo genitale sesso femminile in napoletano), perchiazza, sportellecchia (Toscana), andraca, purchiacca (Calabria), purciaca o purciddana (Sicilia), perchiazza o spurchiazza (Puglia) e precchiacche a Foggia, 'mbrucacchia o brucacchia (Salento). In inglese come purslane, purslave, pursley, pusley; in spagnolo e catalano come verdolaga, verdalaga, buglosa, hierba grasa, porcelana, tarfela, peplide (Spagna), colchón de niño (Salvador), flor de las once (Colombia), flor de un día, lega (Argentina); in portoghese e galiziano come beldroega, bredo-femea, baldroaga; in basco come ketozki, ketorki, getozca; in francese come pourpier, portulache; in còrso come erba fratesca; in curdo come par-par; in cinese come ma-chi-xian. Per i napoletani invece, da sempre amanti della cucina dai sapori esaltanti, era considerata un vero e proprio toccasana per arricchire di gusto le semplici insalate verdi, considerate insipide e prive di sapore. Veniva raccolta in grandi quantità e venduta dagli antichi ortolani ambulanti che affollavano le strade della città ed era utilizzata, in genere, insieme alla rucola per ottenere un’insalata dal gusto davvero mordente. L’erba purchiacchella cresceva florida lungo il territorio partenopeo grazie anche alla resistenza della pianta al sole e al clima molto caldo.
Moltissime sono le proprietà benefiche attribuite alla purchiacchella e, anticamente, era considerata un vero e proprio rimedio per alcuni tipi di disturbi di salute. Molto usato è infatti il suo infuso, ottimo per lenire i bruciori causati da punture di insetti, per l’acne e anche per l’eczema; basta frizionare la parte più volte al giorno per avere un immediato sollievo. A questa erba vengono riconosciute anche proprietà diuretiche, depurative e antidiabetiche, come anche proprietà contro l’acidità dello stomaco e per le gastriti. Il botanico e farmacista Dioscoride Pedanio sosteneva, ai tempi dell’antica Grecia, che l’erba pucchiacchella fosse un ottimo decongestionante per gli occhi e anche un antidolorifico contro il mal di testa: un vero e proprio antinfiammatorio naturale. Oggi, che abbiamo rimpiazzato le erbe con le medicine di sintesi, possiamo comunque consumare questa straordinaria erba per avere a disposizione un prodotto ipocalorico, ricco di fibre e vitamine, e che fa molto più bene all’organismo della classica (e spesso un po’ scialba) insalata.
Numerosi sono i modi con cui preparare questa deliziosa erbetta. Si può utilizzare ad esempio, come abbiamo detto in apertura, per le insalate insieme alla rucola, che è un po’ il suo impiego classico e tradizionale. Spesso è anche aggiunta alle insalate di pomodori, a cui conferisce un sapore decisamente più acidulo e salato. Ma la pucchiacchella non è solo un ottimo ingrediente per insalate. È impiegata anche per preparare piatti che prevedono la cottura come zuppe e minestre. Viene anche cucinata come delizioso antipasto dopo aver staccato le foglioline, immerse nella pastella e fritte in abbondante olio. È ottima anche per preparare delle deliziose frittate dopo essere stata lessata e aggiunta a formaggi di vari tipi, in un piatto sicuramente povero, ma dal gusto assolutamente straordinario. Infine la pucchiacchella può essere conservata sott’olio e utilizzata al pari dei capperi; basta tagliare i boccioli, lessarli qualche minuto con acqua e aceto per poi metterli in un vasetto ricoperti di olio, per avere una conserva assolutamente straordinaria da utilizzare tutto l’anno. Vi presentiamo di seguito una delle ricette più interessanti di tutta la tradizione partenopea, tra quelle che ovviamente prevedono l’utilizzo di questa interessantissima erba.
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